mercoledì 19 settembre 2012

Regole di composizione

A questo punto, dovremmo essere maturi per comprendere che, data per scontata la tecnica, la quale a parità di intelletto ed esperienza viene raggiunta e padroneggiata da tutti nella medesima maniera, ciò che differenzia l'opera di un fotografo da un altro è la capacità di "vedere" e di "comporre" l'immagine. Purtroppo vedere è soggettivo, dipende dalla nostra cultura, dalla personale sensibilità, dall'esperienza del vissuto, dalla capacità di emozionarsi... nessuno lo può insegnare. La capacità di vedere l'abbiamo a fasi alterne... è l'ispirazione, cioè quel particolare stato d'animo che ci consente di filtrare la realtà in modo da estrarne la componente emotiva. dopo di che c'è la capacità di raccontare! E' la capacità dialettica trasposta sull'immagine, la scelta delle parole, delle pause del tono della voce, del non dire proprio tutto ma lasciare alla immaginazione di chi ci ascolta,  mettere la propria personale emozione nell'immaginare la scenografia del racconto. Ma come si può fare questo con la fotografia? L'unica cosa che mi viene in mente, dopo tanti anni di prove, è la composizione, ovvero quell'innato senso del saper posizionare le varie componenti dell'immagine in modo da dare "equilibrio"... di guidare l'occhio di chi guarda attraverso la fotografia in modo che non si perda in un mare di insulsi particolari, ma seguendo un percorso trasmetta quell'emozione che noi abbiamo provato al momento dello scatto. Ci sono delle regole in tutto ciò? Certo, qualcuno le ha codificate... terzi medi, spirali, triangoli, contrasto cromatico ecc. ecc. ma è un po come leggere un libro sulle tecniche di seduzione, generalmente i risultati sono grotteschi. Certe regole servono, specialmente all'inizio per non ottenere immagini troppo banali, ad esempio abituarsi ad usare anche lo scatto in verticale, specie nei ritratti, e magari spostare ad un terzo del fotogramma la parte principale del soggetto... ricordiamo che un'immagine si legge prevalentemente la sinistra verso destra, mettiamo un po' di attenzione nella profondità di campo, impedendo al secondo piano di mascherare il soggetto! siamo già avanti... ma non basta. le nostre foto saranno migliori, ma salvo capacità innate, comunque banali. Non è un male assoluto! Quante volte vi è capitato per le mani un libro noioso o scontato e quante canzoni inascoltabili esistono al mondo! non tutti hanno qualcosa da dire in campo artistico e non per questo sono persone peggiori. Non è comunque il caso di perdersi d'animo! (almeno non per sempre!) Applicandosi, studiando, provando, si possono ottenere con fatica dei risultati simili a quelli che altri ottengono per benevolenza della natura. Non saremo artisti ma ottimi artigiani, e poi chissà che un giorno il nostro cuore non si apra regalandoci una memorabile collezione!
Quindi il compito a casa per preparare chi, come me, non ha avuto la fortuna di possedere la sensibilità dell'artista, è il seguente: prendete delle composizioni di oggetti o anche singoli oggetti e realizzate una serie di fotografie per ognuno di essi, cercando di fare una foto triste, una serena, una allegra, una malinconica ecc ecc ma dello stesso soggetto! Oppure prendete un oggetto... un frutto, qualcosa di vostro e fotografatelo in modo da sentirne la materia al tatto, o l'odore, oppure prendete una cosa triste e rendetela allegra. spostate l'oggetto nell'immagine: da destra a sinistra, in alto o in basso, illuminatelo di più o di meno provate in bianco e nero o a colori, o in macro.... tutto quello che si può fino alla noia! Imparate a gestire le emozioni nelle immagini, anche se non sono le vostre ma le avete prese da un elenco. Così di fronte a qualcosa che non vi dice niente (a meno che non siate artisti) potrete immaginare cosa proverebbe un artista e simulare le di lui/lei emozioni mettendole nello scatto! A riuscirci avrete fatto già un grande cammino!

Memento... immagine direi triste!


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