mercoledì 22 febbraio 2012

Soggetto, Dof o Pdc doh!


Cos'è che fotografiamo? Qual'è la parte di realtà che ci coinvolge emotivamente così tanto da farci sentire la necessità di scattare... di tramandare la nostra personale emozione? A parte il riprodurre copie di altre foto che abbiamo già visto, l'ispiratore del nostro argomentare è il soggetto. Non esiste una fotografia che possa dirsi tale (a meno di avanguardie che ne neghino esplicitamente l'esistenza) dove non compaia il soggetto! Il problema è proprio questo, il soggetto spesso non compare, un po' perché ciò che ci ha colpito della scena è la somiglianza di un qualcos'altro già visto, per cui il soggetto è solo nella nostra testa, la foto risulta come un film senza trama. In altri casi c'è, ma non siamo capaci a metterlo in evidenza per tutta una serie di motivi tecnici e compositivi... 
Continuo a ricordare le parole di Adams... le fotografie sono come le barzellette: se le devi spiegare vuol dire che sono venute male!
Quand'è quindi che una foto "viene male", quando il soggetto che ci eravamo prefissati di immortalare, è confuso o del tutto assente, nascosto nello sfondo, invisibile per imperizia tecnica, inefficace nella composizione e nella narrazione!
Ci sono delle "regole" e degli "artifizi tecnici" che ci aiutano nella narrazione, nel raccontare la nostra emozione dando una chiave di lettura univoca (o prevalente) ai nostri scatti, ma prima di tutto è necessario che al momento dello scatto ci poniamo una domanda ben precisa: "cosa stiamo fotografando?" 
Detta così sembra assolutamente banale, ma spesso fotografiamo un contesto nella speranza che nello scatto, come per magia, ricompaia quell'atmosfera o quella sensazione che ci ha ispirato. quante delusioni! Ma proviamo a capire: immaginiamo uno scorcio di campagna a primavera, un prato normale, non curato, con tanti fiori ma piccoli, selvatici... il profumo di qualche albero vicino, chissà quale, poi spesso gli odori più intensi arrivano da essenze esteticamente anonime...la luce calda e magari un alito di vento, il rumore di acqua che scorre. seduti su un sasso divoriamo una focaccia con la mortadella e il profumo ci entra nel naso regalandoci un ineguagliabile appagamento sensoriale! ci vuole una foto per ricordare! evviva! scattiamo e portiamo a casa un prato anonimo per poi spiegare agli amici, torturati con l'imposizione della visione delle foto delle vacanze, che il prato sembra così tutto uguale, ma in realtà i verdi erano tanti, stranamente l'occhio ne coglie di più... (mah!... con quello che ho pagato la macchina!) poi c'erano un sacco di fiorellini, ma sono piccoli e non si vedono, il cielo era di un bell'azzurro tenue e pastellato, purtroppo è venuto bianco e bruciato e se abbiamo una nota marca di fotocamere, anche con un'orrida dominante magenta, poi la in fondo c'era il ruscello, ma di qua non si vede, e il gusto della mortadella è solo un vago ricordo in fondo al nostro cuore! 
I soggetti erano tanti: i fiori, il ruscello la luce calda, i verdi del prato, la focaccia... noi non ne abbiamo scelto nemmeno uno, e dato che il mezzo tecnico è limitato per scelta sua ci siamo portati a casa niente. Attenzione che spesso, anche se a malincuore, dobbiamo essere consci del fatto che "questa foto non s'ha da fare" perchè è tecnicamente impossibile (salvo pensarla con grande lungimiranza gia aperta su photoshop, con le idee molto chiare sulla postproduzione!).
Viceversa, se ci prendiamo la responsabilita delle nostre scelte, ed abbiamo le conoscenze tecniche per realizzarle, qualcosa di buono lo si porta sempre a casa.
Le armi a nostra disposizione, oltre ovviamente alla corretta esposizione, sono: la profondità di campo e la composizione. Tralascerei per il momento la composizione, per la quale occorrerebbe forse un'intero manuale che comprenda le regole, il modo di negarle, e la restaurazione delle stesse in opposizione alla precedente negazione, parlando per pochi istanti della profondità di campo (pdc) che è una semplice legge dell'ottica. In inglese la troverete su trattati e manuali come Dept of Field (dof). Ricordate quando parlando delle coppie tempo diaframma nell'esposizione scrissi che erano indifferenti fatto salvo necessità di composizione? ebbene ci siamo arrivati. Posso ottenere la medesima esposizione variando tempi e diaframmi in direzione opposta, quindi la luminosità della foto sarà "indifferente", ma all'aumentare dell'apertura del diaframma (andando cioè verso i numeri più piccoli) varierà la  porzione di immagine a fuoco. Questa capacità dell'obbiettivo di mettere a fuoco solo una parte della realtà davanti e dietro al soggetto si chiama appunto "profondità di campo".
Le due immagini seguenti servono per rendere giustizia al concetto descritto! 
f22, Profondità di Campo elevata

f4.5 profondità di campo scarsa.. avrei potuto aprire fino a 1.4
ma in questo caso  ho preferito che lo sfondo fosse ancora leggibile!

Ricordiamo  la successiva serie di concetti fondamentali per chiunque voglia realizzare qualcosa di buono:
1) per isolare un soggetto, lo si mette a fuoco e si apre al massimo il diaframma per sfocare il contesto (generalmente tutto ciò che gli sta dietro)ovvero occorre scegliere diaframmi 2,8 2 o anche meno, questo vale soprattutto per i ritratti. Va da se che se il nostro obbiettivo ha un'apertura minima di 5,6 l'effetto sfocato ce lo scordiamo
2) per fotografare un paesaggio è meglio chiudere il diaframma per mantenere una buona nitidezza complessiva. tutti gli obbiettivi arrivano almeno a f22, ma non sempre l'estremo è la scelta più adatta.
3) la qualità dello sfocato (bokeh) dipende dalla quantità di lamelle del diaframma: più sono e meglio è
4) la quantità dello sfocato è direttamente proporzionale alla focale dell'obbiettivo, ovvero un 200mm f2,8 sfocherà molto di più di un 24mm f2.8

5) purtroppo la qualità dell'obbiettivo è proporzionata (ed a volte sproporzionata) rispetto al prezzo dello stesso: con diaframmi molto aperti gli obbiettivi scarsi presentano gravi problemi di vignettatura (angoli più bui del centro) e di fringe (bordi molto contrastati con dominanti blu o rosse), chiudendo il diaframma il problema si attenua ma poi si ripresenta con diaframmi molto chiusi. In certi casi lo spessore delle lamelle, con diaframmi oltre f22 diventa significativo per le riflessioni su di esso e le immagini risultano impastate. Normalmente le ottiche sono ottimizzate per lavorare a f8 / f11, per cui se ci serve nitidezza occorre impostare questi due valori. Ci sono obbiettivi (io ad esempio ho un 70-200 di quelli bianchi), che sono quasi perfetti a tutte le focali, sono realizzati con lenti asferiche, vetri a bassa dispersione, e concepiti per una resa "apocromatica" ovvero ottimizzati affinché la messa a fuoco delle lunghezze d'onda fondamentali della luce avvenga su un unico piano. Qua la questione è quasi esoterica, nel bianco e nero su pellicola, quest'ultimo problema era poco significativo, con le pellicole a colori, i dei tre strati di emulsione erano sovrapposti in modo da minimizzare il problema; col sensore che è assolutamente complanare, il problema è nuovamente sensibile!
6) le ottiche fisse sono (salvo rare eccezioni) enormemente migliori degli zoom in termini di qualità, ma ormai siamo abituati ad avere tutto e subito e cambiare obbiettivo o fare un passo avanti o indietro, ci procura disagio e quindi un bel 18-600 f8:f16 (che sono le aperture minime alle due focali estreme), il quale avrà probabilmente la stessa qualità del fondo in vetro di un'albanella di acciughe sotto sale, appagherà la nostra pigrizia livellando molto in basso il senso critico!


Detto questo ci rendiamo conto che la nostra possibilità di scelta è estesa a due differenti momenti: il primo è quando mettiamo mano al portafoglio per acquistare l'attrezzatura, il secondo è nelle scelte tecniche che adottiamo in ogni singolo scatto.
nell'acquisto non fidatevi di nessuno: provate macchine e ottiche: i parametri di valutazione delle riviste sono oggettivi e scientifici, ma un'ottica o un sensore tecnologicamente eccellenti potrebbero non soddisfare il nostro gusto personale in termini cromatici e di nitidezza! In bocca al lupo!