mercoledì 6 novembre 2013

Autoritratto


Hippolyte Bayard - Noyé - il primo autoritratto "costruito" nella storia della fotografia

E' un po’di tempo che vorrei affrontare il tema dell’autoritratto, ma ammetto di essere confuso a riguardo. O meglio non riesco a scriverne  perché è “polimorfo”; non riesco ad individuare un filo conduttore che ne circoscriva l’essenza in un pensiero riproducibile.
Forse l’imbarazzo nasce dal fatto che i due estremi del polimorfismo conducono su due strade talmente distinte da essere di fatto due fenomeni diversi. Non è una mia interpretazione ma ne è piena la letteratura: l’autoritratto può esporre dalla parte più intima e vera del sé alla più totale finzione. La stessa motivazione che induce alla finzione è duplice: può trattarsi della necessità di esporre un qualcosa del nostro io che non siamo capaci di esprimere, cioè quello che vorremmo essere e comunque una parte che emerge dal profondo, come pure un adeguamento ad una immagine standardizzata, cioè quello che saremmo se facessimo parte di un mondo patinato che di fatto non ci appartiene ed al quale non apparteniamo. Ma perché autoritratto allora? Credo che i motivi principali siano tre:
-Il primo è l’intimità con la quale qualcuno riesce ad esprimersi di fronte a se stesso… “ho qualcosa da dire, un pensiero, un’emozione e non può essere un altro ad esprimersi per me”. E’ l’autoritratto che generalmente non è costruito, è essenziale e crudo, una confessione scomoda esposta al pubblico in maniera velata, che non tutti sapranno cogliere se non quelli che meritano di conoscere, che riescono a godere del dono dell’empatia. Sono gli autoritratti che preferisco; a volte seguendo qualcuno sui social network si riescono a cogliere sfumature e stati d’animo che mi fanno pensare di conoscere profondamente una  persona che talvolta non ho neanche mai incontrato.
-Il secondo è la presunzione che nessuno possa riprenderci e conoscerci altrettanto bene come noi stessi. Figlie di questo stimolo sono immagini costruite, nella scenografia, nel trucco nelle luci e nella posa; poco spontanee, ma sicuramente ben realizzate. Rientrano tra questi, anche gli scatti materialmente realizzati da altri dei quali (altri) però non emerge nulla se non l’atto meccanico dell’inquadratura e dello scatto. In fondo anche il regista di un film non effettua nella maggior parte dei casi le riprese, però è comunque sua l’interpretazione della sceneggiatura. La sensazione, ma è proprio una personale sensazione, è che mentre nel primo caso il soggetto/fotografo stia cercando dentro di se qualcosa che deve far uscire per far chiarezza sulla propria esistenza, in questo, ed è per questo che ho parlato di presunzione, l’idea che si vuol dare di se sia un messaggio chiaro e preciso.
-Rimane la “vergogna”…ma di chi? Anche in questo caso i soggetti si spogliano, ma invece che delle maschere, proprio dei vestiti. Foto brutalmente riprese allo specchio col volto nascosto dal flash del cellulare, rese pubbliche, con risultati talvolta tecnicamente agghiaccianti, sui social network, dove, se uscite dal profilo personale perdono completamente di identità perdendosi nella rete, come messaggi dentro bottiglie. In questo caso un fotografo migliorerebbe la situazione a livello “individuale”, mentre è interessante il fenomeno a livello “sociale”. Da chiedersi è il perché di questo, e non come domanda retorica… è incredibile il terrore che a volte le persone esprimono davanti ad un fotografo anche occasionale, e poi pubblicano una becera foto senza veli su un social!

Il discorso da affrontarsi esula dalle mie competenze, e anche la categorizzazione esposta è tagliata con l’accetta. Ogni foto, ogni fotografo ed ogni soggetto è un mondo a se e probabilmente ogni osservatore coglie particolari diversi generando una molteplicità di permutazioni semplici da rendere infinito l’aspetto interpretativo. Per questo sono convinto di essermi imbarcato in un’impresa impossibile (quella di racchiudere l’autoritratto in un ambito intellegibile), resta però il fatto che vorrei tanto essere dietro la macchina a scattare tutte quelle anime descritte al primo punto. 


1 commento:

  1. Molto interessante, concordo pienamente. Detto da un ragazza che fa un sacco di autoscatti :)

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